Forme di formaggio Castelmagno DOP |
Il Castelmagno è un formaggio italiano a denominazione di Origine Protetta, prodotto nel territorio dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana.
Si tratta di un formaggio a pasta semidura, erborinata, prodotto in forme cilindriche con diametro fra i quindici ed i venticinque [[centimetri]], scalzo fra i dodici ed i venti e peso compreso tra i due ed i sette chilogrammi. La crosta, piuttosto fine, è giallo-brunastra, con varianti più scure a seconda della stagionatura, mentre la pasta è bianca o tendente al giallognolo, giallo oro se stagionata, con rare venature verdi dovute all'erborinatura.
È prodotto principalmente con latte vaccino prodotto di due mungiture consecutive (serale e mattutina), talvolta addizionato
con latte caprino od ovino in percentuali che non superano mai il 20%.
Il latte, dopo l'addizione di caglio di vitello, viene portato ad una temperatura variabile tra i 35° ed i 38°.
Dopo la rottura della cagliata, si procede alla pressatura della forma ed al suo avvolgimento in un telo asciutto,
viene appesa ed infine posta in contenitori appositi. Terminata questa prima fase, si procede nuovamente alla
rottura delle forme, che vengono salate, poste in fascere cilindriche e pressate.
La stagionatura avviene in locali freschi ed asciutti, oppure in grotte che presentino naturalmente queste caratteristiche.
Il castelmagno è utilizzato nella cucina piemontese per la preparazione di diversi piatti, primi fra tutti gli gnocchi di patate, conditi con formaggio castelmagno fuso. È anche spesso gustato come formaggio da tavola, puro o con miele.
Il primo documento in cui viene citato esplicitamente è una sentenza arbitrale del 1277 con la quale
si imponeva al comune di Castelmagno il pagamento di un canone annuale al marchese di Saluzzo,
da effettuarsi in forme di formaggio Castelmagno anziché denaro.
Altro documento storico in cui viene citato il pregiato formaggio è un decreto di re Vittorio Amedeo II
che ordinava, nel 1722, la fornitura di forme di Castelmagno al feudatario locale.
Al di là delle citazioni documentali, si ipotizza che la produzione del Castelmagno nella sua forma attuale
sia iniziata intorno all'anno mille.
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