Luigi Vittorio Longo |
Luigi Vittorio Longo (Sampierdarena, 3 aprile 1884 - Roma, 1984) è stato un magistrato e benefattore italiano.
Dotato di particolare talento compì gli studi eccellendo e si laureò in giurisprudenza e lingua francese a Genova.
A soli venticinque anni, in seguito a concorso, venne mandato dall'allora ministro Orlando a Parigi per compiere
studi giuridici (che vennero pubblicati). Espletò il suo compito tanto da ottenere
l'elogio del ministro stesso e dell'ambasciatore.
Addetto al ministero di grazia e giustizia, sezione culto, ebbe modo di lavorare alla preparazione del primo concordato tra Chiesa e Stato,
ed in seguito si dedicò all'aggiornamento degli statuti di alcuni tra i principali Santuari Mariani
(fra i quali il santuario di Vicoforte e quello di Loreto) in seguito all'applicazione del concordato stesso.
Operando come buon cittadino e come buon cattolico riuscì a lasciare soddisfatte ambo le parti.
È stato direttore della "Biblioteca Centrale Giuridica" ed in seguito direttore della "Gazzetta Ufficiale".
Colpito dalla febbre spagnola guarì per intercessione di Santa Rita dopo ben due mesi di delirio.
Si fece più forte in lui la Fede; distrusse quanto gli appariva motivo di vanità: pubblicazioni,
lettere di elogio ed anche un forte desiderio di una brillante carriera.
Pur cercando di compiere i suoi doveri nel miglior modo possibile, si dedico molto alla propagazione della buona stampa ed all'apostolato.
Fin dal 1929, dopo aver restaurato il patrimonio ricevuto in eredità dal nonno materno dottor Tamagno (membro dell'Accademia Scientifica Italiana, al quale è anche dedicata un via di Ceva) lo donò all'Istituto Derossi
(orfanotrofio di Ceva da cui proveniva la famiglia materna).
In questo patrimonio sono compresi la casa ed i terreni di San Bernardino, a Ceva.
Riuscì ad impedire il suicidio di un ricco signore che aveva perduto i suoi due unici figli ventenni e ad ottenere da
lui l'istituzione di un grandioso orfanotrofio in quel di Arezzo in memoria dei figli Ubaldo e Lia.
Devotissimo della Madonna sempre invocata perché lo illuminasse in ogni decisione, nel desiderio che il suo culto si
diffondesse sempre di più nei Paesi nordici, volle dare un tangibile contributo donando al vescovo di Oslo un grande quadro
dipinto dal professor Steffanina ove si ammira la Vergine, con lo sfondo dell'aurora boreale sui fiordi,
che spande rose di grazia sui qui popoli. Detto quadro è in una chiesa in cui si fanno esercizi spirituali per
religiosi e laici tanto cattolici quanto protestanti. L'amore alla Vergine lo spinse anche ad indirizzarLe alcuni
inni per invocarne la preziosa intercessione.
Fu sempre presente in ogni opera di bene ed umanitaria con parole ed opere, finanziamenti all'oratorio, tribune al campo
sportivo ed altro per non citare che quelle compiute a Ceva.
Ultima opera realizzata post mortem fu l'istituzione della casa alpina di Castelmagno.
Morì a Roma alla bell'età di cent'anni.